5 agosto 2019

Un caso di difesa fiscale: ricorso contro il Comune di Calenzano

Mi è capitato di recente di fare un ricorso per un accertamento IMU, anzi una serie di accertamenti IMU, fatti dal Comune di Calenzano, provincia di Firenze, in relazione a una situazione veramente particolare. Quando il cliente mi ha mandato gli accertamenti io davvero non riuscivo a capire il motivo per cui questi accertamenti erano stati emessi.

Sostanzialmente si diceva: "Hai un'abitazione, a norma di legge non hai pagato l'IMU quando esso era dovuta".

Il problema però è che l'abitazione su cui il Comune richiedeva l'IMU era la prima casa di abitazione del mio cliente da quant'anni, da sempre!

Come mai improvvisamente il Comune ha richiesto il pagamento dell'IMU?

Il punto era che sull'accertamento non c'era scritto! C'era solo un rimando a norme ma non c'era scritto il motivo dell'accertamento.

Oltretutto il contribuente non era neanche stato chiamato preventivamente per spiegare le sue ragioni, cioè il Comune aveva effettuato un accertamento d'ufficio senza informare preventivamente il cliente e senza spiegare nell'atto il perché dell'IMU sulla prima casa del contribuente.

Quando ho visto questo atto ho pensato che era necessario fare un ricorso con i fiocchi!

Primo motivo di ricorso: non era stato chiamato il contribuente preventivamente. Il contribuente ha diritto, nel momento in cui è intaccata la sua sfera privata, di essere chiamato preventivamente a discutere di un accertamento.

Il Comune non può emettere atti automatici senza chiamare il contribuente. Su questo c'è amplissima giurisprudenza italiana e sopratutto europea.

Secondo motivo di ricorso, ancor prima di entrare nel merito: l'atto di accertamento dev'essere motivato. La motivazione dell'accertamento è un elemento fondamentale senza il quale un accertamento non vale niente, è carta straccia. Ai tempi delle monarchie assolute bastava l'editto del re in cui si diceva che si dovevano dei soldi ma oggi siamo in uno Stato di Diritto, in cui i cittadini hanno il diritto di essere chiamati a spiegare e di sapere il motivo per cui vengono accertati e il motivo dev'essere nero su bianco. Quindi, secondo motivo di ricordo assolutamente definito.

Poi si va nel merito.

E' venuto fuori, anche a mezzo di stampa, che il motivo di questo accertamento che riguardava il mio cliente ma anche altre 149 famiglie, perché è uscito un articolo che parlava di 150 famiglie accertate ("Stangata IMU nel Comune di Calenzano per 150 famiglie") era dettata dal fatto che la moglie del contribuente accertato risiedeva in altro stabile e quindi non essendo il nucleo familiare congiunto allora non aveva il diritto alla esenzione IMU sull'abitazione principale.

Sono andato a studiarmi la norma specifica ed essa dice un'altra cosa: l'esenzione IMU salta se il coniuge è residente in un'altra abitazione dello stesso comune. Allora comprensibile l'accertamento quando il coniuge risieda in altro appartamento nello stesso comune ma nel mio caso il coniuge risiedeva in altro appartamento in altro comune, non nello stesso. Quindi anche nel merito c'era un ottimo motivo di ricorso e quindi il ricorso è stato presentato ma il messaggio che voglio lanciare è che il cittadino non può e non deve essere trattato come un suddito.

Quando un atto dell'amministrazione finanziaria di un comune, come in questo caso, viola le norme di legge e di accertamento è un dovere per il cittadino difendersi e rivolgersi a un difensore tributario che sappia come fare a tutelare i suoi diritti.

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