20 luglio 2018

AIRE: Devo iscrivermi per non pagare più tasse in Italia?

In questo video vi racconto come risparmiare imposte ed evitarsi mal di pancia nel momento in cui si trasferisce la residenza all'estero. Alcuni mi chiedono: "vado a vivere all'estero, ma è sufficiente che io viva all'estero perché possa pagare le tasse solo all'estero? Oppure è necessario che io mi iscriva all'AIRE, cioè all'Anagrafica degli Italiani Residenti all'Estero?".

In questo video qualche indicazione su questo argomento. Secondo un recente orientamento della Cassazione l'iscrizione all'AIRE sarebbe un requisito necessario per potersi considerare residenti all'estero e quindi pagare le imposte soltanto all'estero. Quindi, dopo questo intervento il mio suggerimento non può che essere di iscriversi appena si può all'AIRE e attenzione, che se ci si iscrive all'AIRE dopo l'1 luglio si sarà stati residenti in Italia per più della metà dell'anno e quindi per quell'anno le imposte devono ancora essere pagate in Italia. Allora bisognerà fare la dichiarazione dei redditi in Italia, sommando i redditi percepiti in Italia, nell'anno, a quelli percepiti all'estero, scomputando le imposte pagate all'estero.

Ecco, se c'è da scegliere è quindi meglio essere iscritti all'AIRE il 29 giugno piuttosto che il 2 luglio, in questo modo ci si evita di essere residenti in Italia un anno in più.

C'è però da dire che questa sentenza di Cassazione è un pochino troppo rigida. In realtà, la norma e soprattutto le convenzioni contro le doppie imposizioni che esistono tra l'Italia e tanti Paesi, prevedono una cosa differente: le tasse vanno pagate laddove esiste l'effettiva dimora del contribuente. Se dunque un lavoratore di cittadinanza italiana ha la residenza in Italia ma ha un contratto da lavoro dipendente all'estero, ad esempio, perché vive in Inghilterra ed è impiegato in Inghilterra, allora non gli si può chiedere di pagare le imposte in Italia anche se non ha formalmente spostato la residenza, perché la sostanza conta più della forma e la sostanza è che la sua dimora è, effettivamente, lì.

Per concludere: nei casi in cui non si sia spostata la residenza ma si possa dimostrare di vivere effettivamente all'estero, allora è plausibile pensare di non pagare le imposte in Italia ma occorre prepararsi, eventualmente, a difendersi nel caso in cui il Fisco italiano richiedesse il contrario; tuttavia è opportuno (ed è meglio) formalizzare la residenza estera iscrivendosi all'AIRE il prima possibile.

Sintesi del video by
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