Auto aziendali: tassazione triplicata?
Doccia fredda, ahimè, sia per le aziende che per i loro dipendenti con le indiscrezioni che sono sui giornali in questi giorni sull'aggravio di tassazione che dovrebbe arrivare dal 1 gennaio 2020 sulle auto aziendali. E' solo una proposta e non ancora una legge ma vale la pena di spiegare questa norma e poi vedremo dove andremo a finire con la Legge di Stabilità definitiva.
Cosa andrebbe a toccare questa norma?
Devi sapere che le auto aziendali, cioè le auto dell'azienda date in uso al dipendente hanno questa caratteristica: dal lato del dipendente l'auto aziendale costituisce un benefit che il dipendente deve tassare in busta paga ma questa tassazione è oggi abbastanza moderata. Si parla di una tassazione pari al 30% della tariffa ACI calcolata su un chilometraggio convenzionale di 15 mila chilometri all'anno, quindi solo il 30% di questa cifra.
Si tratta di una tassazione che oggi passa quasi inosservata.
Ebbene, la proposta oggi in sede di discussione è che questa tassazione passi dal 30% della tariffa al 100% della tariffa. Per spiegarvi, quello che oggi può costare ad esempio 2500 euro di maggiore imponibile, domani potrebbe costare più di 8000 euro di maggiore imponibile, con aggravio in capo al dipendente di maggiore imposte e in capo soprattutto alle aziende di maggiori contributi previdenziali.
Quindi questa norma che tipo di riflessioni induce?
Da un lato considerazioni di carattere generale, questa proposta smentisce i propositi del Governo di diminuire del cuneo fiscale; il cuneo fiscale è la differenza tra quello che le aziende pagano per i dipendenti e quello che i dipendenti prendono in busta e un obbiettivo che è sempre stato politicamente rilevante è quello di dire che c'è troppa differenza, le aziende pagano troppo e i dipendenti prendono troppo poco, riduciamo questo cuneo, facciamo sì che le aziende paghino un po' di meno e/o che i dipendenti prendano un po' di più.
Gli effetti di una misura di questo tipo è invece di tassare di più i dipendenti e di tassare di più le aziende, quindi ampliare il cuneo fiscale. Non mi esprimo di più su questo per non arrabbiarmi troppo.
La seconda considerazione, più pratica, che potremmo fare invece è questa: ma se invece davvero passasse questa norma qual è una strada per evitare questo aggravio? Perché noi lo sappiamo che le leggi italiane sono fatte per poi trovare un inganno e gli inganni non sono evasione di imposta ma sono strumenti per sopravvivere alla tassazione che diventa più e più onerosa.
Molto probabilmente potrebbe tornare in voga il rimborso chilometrico per i dipendenti che usano le loro auto, quindi non più auto aziendali in uso ai dipendenti, che prima garantiva una bassa tassazione sul dipendente e buona deducibilità per l'azienda (il 70% dei costi) ma invece auto del dipendente, rimborso chilometrico in capo al dipendente. Rimborso chilometrico che è deducibile al 100% sull'azienda ed è non tassabile in capo al dipendente.
In pratica è la stessa cosa che già oggi fanno gli amministratori per i quali già conviene agire in questo modo, visto che l'eventuale auto aziendale data all'amministratore e non al dipendente è deducibile nella misura del 20% e non del 70%.
Quindi domani se questa è confermata, le aziende potranno trovare conveniente non solo per l'amministratore ma anche per i dipendenti attribuire un rimborso chilometrico sull'auto di proprietà del dipendente rispetto alla concessione in uso di un'auto che oggi è sufficientemente detassata ma domani sarebbe gravata di imposte pesanti.
Stiamo a vedere cosa succede da qui alla fine dell'anno, non c'è niente di più incerto delle manovre politiche, specialmente quando l'unico obiettivo di una manovra è fare cassa e non costruire un sistema fiscale equo e sufficiente.
Non ci resta quindi che aspettare.