Crediti di imposta per spese di sanificazione e DPI e spese di pubblicità: domande in scadenza
Voglio parlarti, in questo video, di due domande scadenti questo mese, una per la verità scade esattamente oggi, il 7 settembre, l’altra scadrà il 30 settembre. Domande per poter godere di crediti d'imposta su spese effettuate. Di tanto in tanto, il nostro registratore, a fronte di alcune spese effettuate, è così generoso da offrirci dei crediti di imposta. La generosità, come però vedremo tra poco, è condizionata, non è piena.
Quali sono questi crediti di imposta? Oggi, 7 settembre, scade il termine per presentare la domanda sul credito d'imposta del 60% sulle spese di sanificazione e dei dispositivi di protezione. Questo credito d'imposta è assolutamente dovuto in questo periodo, però c'è da dire che il credito d'imposta è vero che è attribuito nella misura del 60% della spesa effettuata, ma nei limiti della spesa massima che il governo ha attribuito a questo tipo di credito d'imposta. Quindi vorrà dire che, se il numero delle domande in termini di euro eccede l'ammontare di euro stanziati, allora il credito non sarà più del 60% ma chissà quale percentuale in meno del 60%. Lo stesso identico discorso vale anche per le spese di pubblicità, la cui domanda deve essere fatta entro il 30 settembre.
Questo credito di imposta esisteva già l'anno passato, quest'anno la domanda per il credito è facilitata rispetto all'altro anno, perché mentre nel 2019 la domanda per il credito d'imposta per spese di pubblicità (e lo ricordo si parla di pubblicità fatta su quotidiani e periodici o su emittenti televisive o radiofoniche locali) fino all'anno scorso si poteva chiedere un credito d'imposta soltanto sul maggiore importo di pubblicità speso rispetto all'anno precedente, e la domanda era preclusa, l'anno scorso, se nell’anno prima non si aveva speso 1 €. Quest’anno invece, nel 2020, le spese per pubblicità sono agevolabili indipendentemente dalla spesa che si sia effettuata l'anno scorso. Il 50% delle spese di pubblicità effettuate su periodici, quotidiani, radio e televisioni locali può diventare un credito d'imposta ma nei limiti della spesa consentita dalla legge. Ovviamente ad oggi non è facile immaginare quanti chiederanno questo credito e quindi queste agevolazioni suonano davvero spuntate. Non sono come il contributo a fondo perduto che alla fine spettava nell’importo calcolato da ognuno perché non c'era nessun tetto di spesa. Qui il tetto di spesa limita fortemente la portata di queste agevolazioni, perché chi si mette oggi a fare investimenti pubblicitari, proprio in questo momento, sperando in un 50% che poi domani magari diventa un 30, un 20 o un 10%?