28 settembre 2018

Fare ricorso oppure no?

"Senta dottore, io ho appena ricevuto la visita del Fisco. Mi hanno fatto un accertamento e io non vorrei proprio fare contenzioso, non ho proprio voglia di buttarmi in un contenzioso che può durare chissà quanti anni, io sarei dell'idea di pagare, sono solo preoccupato del fatto che poi possano tornare anche l'anno dopo, magari facendomi le stesse contestazioni. Cosa mi conviene fare?"

Questo è un tema che ricorre ogni volta che un'azienda riceve un accertamento: c'è il rischio e quanto è concreto il rischio che l'accertamento di un anno possa portare anche un accertamento negli anni successivi?

Un'altra domanda può essere: quale comportamento in questa sede? Fare acquiescenza cioè pagare o ricorrere? E' più probabile che minimizzi il rischio che l'accertamento sia replicato anche per l'anno dopo?

La risposta a questa domanda certa non è perché ne ho viste, negli anni, di tutti i colori. Accertamenti che si ripetono in presenza di ricorsi, accertamenti che si ripetono in assenza di ricorsi o accertamenti che non si ripetono in un caso e nell'altro. Quindi una regola non esiste ma ti do un consiglio su come procedere nel prendere queste decisioni. Innanzitutto, quando ricevi un avviso di accertamento si devono fare due valutazioni: una valutazione tecnica che devi fare con il tuo tributario, un commercialista che si occupa di contenzioso fiscale (questo è esattamente il mio lavoro) o l'avvocato tributarista che ti segue e valutare insieme quali sono le probabilità che di fronte a un giudizio questo accertamento possa essere annullato, come si dice "in fatto e in diritto". I fatti danno ragione all'Agenzia delle Entrate? In diritto questo accertamento sta in piedi? Allora una prima valutazione tecnica è fondamentale.

Alla valutazione tecnica deve poi essere sommato, a mio avviso, il sentimento dell'imprenditore, cosa ne pensa l'imprenditore, qual è l'attitudine, qual è la versione a rischio dell'imprenditore. L'imprenditore ritiene di aver subito un'ingiustizia? Se tutto questo porta a concludere che un ricorso non sta in piedi, allora secondo me il ricorso non è opportuno farlo.

Se invece il tutto porta a ritenere che il ricorso possa stare in piedi o sia giusto farlo per difendere i propri diritti, allora il ricorso va fatto. Il mio consiglio quindi è di non pensare al rischio che l'accertamento si ripeta e quindi comportarsi in un modo e nell'altro. Occorre tutelare i propri diritti e comportarsi nella maniera corretta per difendersi sul momento.

Se l'accertamento è sbagliato bisogna sempre fare ricorso. Bisogna difendersi! Altrimenti si corre il rischio di infilarsi in un "cul de sac" di accertamenti successivi, nei quali poi diventa molto difficile difendersi se non lo si è fatto nell'anno precedente.

D'altra parte anche buttarsi in un ricorso quando non ce ne sono i presupposti può essere ugualmente rischioso. Insomma comportiamoci come riteniamo giusto, senza pensare ad altre considerazioni.

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