18 settembre 2020

Fatturi tra 5 e 50 milioni di euro? Scopri qui se ti spetta un importante credito di imposta

Oggi voglio parlare dell’articolo 26 del Decreto Rilancio: rafforzamento patrimoniale delle imprese di media dimensione. Come saprai, soltanto le imprese con un fatturato inferiore a 5 milioni avevano diritto al contributo a fondo perduto. Questa norma riguarda le imprese che hanno un fatturato tra i 5 e i 50 milioni, per le quali è prevista un’agevolazione che può anche essere consistente, ma che è legata all’eventuale aumento di capitale che il socio decide di fare nella società entro il 31/12/2020. 

Spiegherò ora di cosa si tratta. 

Ad una società che ha un fatturato tra i 5 e i 50 milioni spettano alcune agevolazioni se questa ha subito un calo di fatturato nei mesi di marzo-aprile 2020 rispetto ai mesi di marzo-aprile 2019 superiore al 33%, ed i soci hanno effettuato un aumento di capitale entro il 31/12/2020. Innanzitutto, questi soci non possono essere società controllanti o società controllate dallo stesso soggetto, questo per evitare che la norma venga abusivamente sfruttata ad hoc nell’ambito di uno stesso gruppo. Questa norma funziona quindi per gli aumenti di capitale effettuati dalle società socie di minoranza o dalle persone fisiche. I benefici che dà questa norma sono due: uno in capo al soggetto che conferisce i denari a titolo di capitale sociale o di riserva sovrapprezzo azioni, e l’altro in capo alla stessa società conferitaria. Il beneficio che va in capo alla persona fisica è un credito d’imposta che è pari al 20% dei capitali conferiti, dell’aumento del capitale sottoscritto. Qualora, ad esempio, l’aumento di capitale sia di € 100.000, al socio che ha conferito questi capitali spetterà un credito d’imposta di € 20.000 da utilizzare nella dichiarazione dei redditi successiva o negli anni successivi. Questa misura già da sola è interessante.

Ci sono due ulteriori vincoli: le quote o le azioni devono rimanere in suo possesso fino alla fine del '23 e nello stesso periodo sono vietate le distribuzioni di utili. Questa norma vuole quindi evitare che si faccia un aumento di capitale per poi riprenderseli il giorno dopo, dopo aver fruito del credito d’imposta. Anche alla società, comunque, spetta un beneficio e ora spiegherò in che termini. La norma dice che spetta un credito d’imposta pari al 50% delle perdite subite nell’esercizio 2020 ed eccedenti il 10% del patrimonio netto al lordo delle perdite, e fino a concorrenza del 30% del capitale conferito dal socio. Se hai già capito sei bravissimo, perché io questa norma l’ho riletta almeno 4 o 5 volte prima di capirne il significato, che ti spiego con un esempio. Immaginiamo che una società abbia 1 milione di euro di patrimonio netto al lordo delle perdite del 20%, che quindi non sono considerate, e immaginiamo inoltre che queste perdite corrispondano a € 200.000. In tal caso, le perdite eccedono il 10% del patrimonio netto, ovvero € 100.000, e allora, potenzialmente, il 50% di questi euro può essere un credito d’imposta di cui la società può beneficiare. Questo credito d’imposta viene però attribuito nei limiti del 30% del capitale conferito dal socio, quindi posto che l’aumento di capitale sia di € 100.000, questo beneficio sarà solo del 30% di questa cifra, quindi nel nostro esempio di € 30.000. Negli esempi che ho fatto avremo un credito d’imposta di € 20.000 per il socio e di € 30.000 per la società. Per beneficiare di questo credito d’imposta sulla società ci sono una serie di vincoli aggiuntivi, quali quello di non essere un’impresa in difficoltà, essere in regola con i versamenti fiscali e previdenziali, ed altri requisiti ulteriori, tra cui il fatto che gli amministratori non devono aver avuto condanne su reati fiscali. 

C’è poi un’altra questione un po’ delicata, ovvero il fatto che l’utilizzo di questi crediti richiede una preventiva istanza all’Agenzia delle Entrate, anche perché per questi crediti esiste un tetto di spesa. Qui potrebbero presentarsi dei problemi, in quanto il credito potrebbe poi anche essere commisurato al totale delle richieste fatte, anche se il capitale stanziato per questi benefici ammonta a ben 2 miliardi di euro. Sono tanti soldi e io non sono in grado di valutare in questo momento se possono o meno essere capienti rispetto a tutte le aziende che potrebbero fare domanda, però questo va saputo, appunto, fin dall’inizio. Se la tua azienda rispetta i requisiti ed ha bisogno di un aumento di capitale, il beneficio fiscale, che sia in capo al socio o che sia in capo alla società, potrebbe essere tutt’altro che trascurabile. Suggerisco quindi di fare assolutamente una valutazione puntuale sui requisiti. Naturalmente, se ti serve un supporto su questo scrivimi e te lo offrirò con piacere.

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