Gli studi di settore fanno ancora paura?
E' tempo di dichiarazione dei redditi e con la dichiarazione dei redditi è anche tempo, per l'ennesima volta, di studi di settore. Doveva essere l'ultima volta l'altro anno e invece ce li ritroviamo ancora e non sappiamo ancora per quanto. Gli studi di settore sono stati per me a lungo un tema centrale del mio lavoro, pensa che ho scritto la mia tesi di dottorato sul tema della statistica che sta alla base degli studi di settore e sono stato per quasi dieci anni membro della Commissione Ministeriale degli Esperti degli Studi di Settore.
In quella sede rappresentavo l'USARCI, che è un Sindacato Nazionale di Agenti di Commercio e quindi difendevo le ragioni degli agenti di commercio in tema di studi di settore. Ebbene, quindi, posso considerarmi un esperto su questo argomento. La domanda che vorrei farti è: dobbiamo ancora avere paura degli studi di settore?
Ha ancora un senso pensare a un adeguamento agli studi di settore?
Sappiamo che quando gli studi di settore non sono congrui c'è la possibilità di adeguare il livello dei ricavi, dichiarando ricavi che ci consentono di diventare congrui. Ha un senso fare questo adeguamento o no?
Il mio pensiero è che con il passare degli anni si sia sempre fatta meno attraente l'opzione "adeguamento agli studi di settore" e questo essenzialmente per un motivo: perché la giurisprudenza, nel corso degli anni, si è orientata sempre di più nel senso di indicare lo studio di settore come uno strumento che da solo non può bastare come mezzo di accertamento, quindi escluderei di adeguarsi agli studi di settore sempre e comunque, valuterei caso per caso quali sono le ragioni della mancata congruità. Se sono sereno su altri fronti quel campanello d'allarme, della mancata congruità, potrebbe anche non spaventarmi.