15 gennaio 2021

Il contributo a fondo perduto non ti è arrivato? Ma... cosa hai fatto quando è arrivato lo scarto?

Buonasera e benvenuto nel 2021! 

Questo è il mio primo video del 2021 e vorrei rafforzare un po’ il mio brand. Sulla mia pagina Facebook e sul mio canale YouTube c'è scritto: “Luca Ferrini difensore tributario” e poi c'è scritto “La difesa dei diritti in campo fiscale”. Che cosa significa questo? Ho scritto quella frase perché, sebbene siamo in democrazia, non siamo sotto una dittatura né sotto un signorotto o un regnante, non subiamo più lo Ius Primae Noctis, sembrano lontani i tempi dei poveri “Cafoni di Fontamara” e di Ignazio Silone, i quali davvero venivano maltrattati e calpestati, uomini assolutamente senza diritti, abbiamo una costituzione, sembriamo essere pieni diritti però ogni tanto, diciamo ogni tanto, la nostra controparte pubblica ha un po’ la tendenza a trattarci come sudditi e questo in campo fiscale lo vediamo tutti i giorni. Oggi ti racconto un esempio del mindset, per dirla come dicono quelli che comunicano bene, che bisogna avere con l'agenzia delle entrate per non essere trattati come sudditi. 

L’esempio è il seguente: lo scorso agosto scadeva il termine per presentare le istanze per il contributo a fondo perduto, quello famoso del decreto rilancio. Ebbene, alcune di queste istanze sono state rifiutate, scartate per motivazioni vaghe, una delle quali mi è capitato era “istanza scartata per iban errato”. Cosa fare, cosa non fare di fronte una situazione di questo tipo? Dopo l'estate l'agenzia delle entrate ha emanato una risoluzione nella quale spiegava qual era la procedura da seguire per porre rimedio a eventuali errori negli scarti di quelle pratiche. Titoli sui quotidiani dedicati ai commercialisti: “l'agenzia delle entrate dirama la procedura per correggere gli scarti al fondo perduto”. Anche nella mia Accademy FISCOLAB PRO, qualcuno ha inoltrato la risoluzione dicendo: “Avete visto? abbiamo la procedura che dobbiamo seguire”. Io, immediatamente a loro ed oggi a voi, dico: “Ma signori, veramente di fronte ad un atto dell'agenzia delle entrate che ci nega un diritto, noi dobbiamo agire, come suggerisce l'agenzia delle entrate, con un’istanza di autotutela che prega la nostra controparte di venirci incontro, salvo poi, se non lo fa, non avere più strumenti di tutela? Invece di utilizzare uno strumento molto più diretto, un ricorso tributario dopo il quale a fronte di un diniego della controparte, si va davanti a un giudice e decide un giudice?”.

Allora non abbiamo affatto bisogno che l'agenzia delle entrate ci spieghi come dobbiamo tutelare i nostri diritti. È molto chiaro come dobbiamo tutelare i nostri diritti, non ci serve una risoluzione. Se ci viene negato un beneficio a cui abbiamo diritto facciamo ricorso contro l'atto che abbiamo ricevuto. Ho ricevuto in questi mesi più di un messaggio di gente sui social che mi scrive dicendomi: “Io ho fatto istanza di autotutela, esattamente come suggeriva l'agenzia delle entrate, e non ho ancora ricevuto alcuna risposta, ma rischio qualcosa?”. Cosa posso rispondere? Se il contributo ti spetta dovrebbe arrivare ma, avendo fatto istanza di autotutela senza aver fatto ricorso, se per qualche motivo l'agenzia delle entrate non risponde si dimentica la pratica, passa il tempo, non è sicuro al 100% che quel contributo spettante arrivi. Diverso è se invece si fa un ricorso tributario. Di fronte ad un ricorso se loro dicono picche si va davanti a un giudice. 

Ti voglio raccontare come ho fatto io per un cliente. Ho ricevuto uno scarto alla corresponsione del contributo a fondo perduto per Iban errato (tra l'altro l'Iban non era neanche errato). Io ho impugnato l'atto inviando per PEC il ricorso all'agenzia delle entrate. Dopo qualche settimana, mi telefona un funzionario dell'agenzia delle entrate di Milano, il quale mi dice: guardi noi consideriamo il suo ricorso inammissibile perché la procedura da seguire era quella dell'autotutela, non era possibile fare ricorso contro quell'atto. Ah sì? A quel punto scatta il mindset corretto che bisogna avere nei confronti dell'agenzia delle entrate. Mindset che naturalmente ti viene fuori se sei sufficientemente competente da sapere quello che devi dire e quello che devi fare. Quello che gli ho detto è: signori non siete voi a decidere qual è lo strumento di difesa. Si può usare l’autotutela, si può usare il ricorso, io ho usato il ricorso se non vi piace il mio ricorso deciderà un giudice, e il giudice darà ragione a me perché non è l'agenzia delle entrate che scrive il diritto. L'agenzia delle entrate è uno degli attori, l'altro sono io ed è il giudice che deciderà. Quindi ho risposto: “Grazie della telefonata, io vado per la mia strada e depositerò il ricorso in commissione tributaria e vedremo poi cosa succede”. In questo caso, io non so cosa sia successo dentro l'agenzia delle entrate ma, due settimane dopo quella telefonata che mi preannunciava il rigetto del ricorso, la mia cliente ha ricevuto non solo i 2.000 € del contributo a fondo perduto da decreto rilancio ma, subito dopo, lo stesso giorno i 4.000 € del contributo a fondo perduto del decreto ristori. Insomma, in un modo o nell'altro con un ricorso la soluzione si è sbrogliata. 

Ritorno allora all' introduzione di questo mio video: noi non siamo sudditi, non mettiamoci noi stessi i panni dei sudditi e facciamo valere i nostri diritti in campo fiscale, con tutti gli strumenti che il diritto ci offre. 

Grazie di essere arrivato fin qui a vedere il video e ancora buon nuovo anno!

Sintesi del video by
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