Il decreto Agosto ripropone la rivalutazione dei beni d'impresa
Un’ interessante nuova opportunità arriva dal Decreto Agosto: è stata rinnovata la possibilità di rivalutare i beni o le partecipazioni di impresa ad un costo sufficientemente ridotto e con efficacia fiscale quasi immediata, quindi in sede di redazione del bilancio del 2020 questo sarà un tema di assoluta rilevanza.
Cosa vuol dire rivalutare i beni d’impresa e quando conviene farlo? È ben possibile che nel bilancio delle imprese possano esistere degli immobili oppure degli impianti, dei macchinari importanti, o ancora delle partecipazioni in altre aziende che sono valutate fiscalmente in bilancio ad un valore molto più basso. I principi contabili nazionali impediscono in generale di fare rivalutazione dei beni salvo, per le partecipazioni, applicando una valutazione sulla base della quota del patrimonio netto: però in quel caso quella rivalutazione non avrebbe comunque rilevanza fiscale.
Questa norma consente invece di rivalutare dando valenza fiscale alle rivalutazioni di beni strumentali e di partecipazioni.
Quanto costa la rivalutazione? Costa il 3% del maggior valore che viene attribuito al bene rivalutato, e questo avrà efficacia fiscale a partire dall’anno successivo. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che se io rivaluto un immobile il maggior valore rivalutato potrà essere oggetto di ammortamento fiscalmente rilevante dall’anno successivo. Se quindi rivaluto il bene immobile, ad esempio nell’anno 2020, a partire dall’esercizio 2021 potrò dedurre i relativi ammortamenti. La norma dice anche che, in caso di cessione del bene, la rivalutazione ha effetto a partire dal quarto anno successivo, quindi se si rivaluta il proprio bene nel bilancio del ‘20 lo si potrà vendere senza realizzo di plusvalenza tassabile a partire dal 2024. L’ efficacia è quindi immediata o quasi immediata se parte dall’anno dopo in relazione agli ammortamenti, mentre è rimandata di quattro anni per quanto riguarda la vendita del bene. Questa è una buona misura che consente alle aziende di allineare i beni posseduti ai valori di mercato e consente anche di patrimonializzazione l’azienda, perché la contropartita del maggior valore sarà, evidentemente, la postazione di una riserva di rivalutazione del patrimonio netto e quindi farà apparire l’azienda più patrimonializzata.
Quali sono le controindicazioni? È bene fare attenzione al problema delle società di comodo, perché tante società immobiliari che nel 2008 avevano rivalutato il valore dei loro immobili a valori allora di mercato si sono poi, con la svalutazione che è avvenuta negli anni successivi, trovate in difficoltà, perché si sono trovate con immobili valorizzati tantissimo in bilancio ai quali non facevano riscontro adeguati affitti secondo i principi delle società di comodo. Questa può quindi essere una piccola controindicazione. Un altro aspetto da valutare è quello della possibilità di affrancare la riserva di rivalutazione, che è facoltativa e ha un costo del 10%. Cosa significa affrancare? Significa che la riserva di rivalutazione non può essere distribuita ai soci se non con pagamento di imposte molto consistenti nel momento della distribuzione, a meno che non venga da subito affrancata. Ho visto raramente affrancamenti di quella riserva, ma ci sono casi in cui può anche convenire, quindi questo è un altro elemento che può essere valutato in sede di rivalutazione dei beni. È dunque una cosa da segnare per quanto riguarda l’approvazione del bilancio 2020, tenuto conto che comunque questa norma non vale solo per l’SRL ma vale per tutti i soggetti commerciali quali società di persone e imprenditori individuali.