14 ottobre 2020

Il mio business on line sta esplodendo: come gestirlo fiscalmente?

Adoro dare consulenze a giovani imprenditori digitali, a ragazzi che hanno fatto della loro passione un’attività on-line, che sono cresciuti grazie a Facebook e YouTube e hanno costruito un lavoro nuovo, come il giovane incontrato la settimana scorsa per una consulenza che, dopo tanti sforzi on-line, è riuscito a costruire un business importante fatto di video corsi ed altre attività on-line. Da un fatturato di zero ha raggiunto un fatturato superiore ai € 100.000 in pochissimo tempo. Mi piace seguire questo tipo di cliente perché parliamo la stessa lingua, infatti ci sono anch’io su Facebook, su YouTube, e dunque ci si capisce. 

Il punto della consulenza era che lui è partito con una ditta individuale in regime forfettario e ha sforato il tetto dei € 75.000 già al primo anno, trovandosi poi al secondo anno sopra i € 100.000. Mi ha quindi chiesto cosa potesse fare, dato che rischiava di pagare una marea di tasse se avesse continuato a quel ritmo, e ha proposto l’SRL. Abbiamo incominciato a discutere di questi argomenti e io gli ho detto che la SRL è molto impegnativa come gestione per un fatturato di quel tipo, considerando soprattutto il fatto che l’SRL comporta un grosso beneficio di tassazione se gli utili vengono reinvestiti. Sugli utili non distribuiti al socio si paga il 24% mentre lui pagherebbe il 43%, ma l’azienda, da quello che diceva, è un’azienda che non ha granché investimenti da fare, non ha moltissimi costi. Alla fine, gli utili vengono distribuiti, ed allora il beneficio della SRL in gran parte scema. Lui mi ha perciò chiesto se lasciare i capitali nella SRL o mettere in mezzo una holding che potesse ricevere gli utili detassati e investirli in immobili abitativi sarebbe stata una soluzione.  Ho risposto che sì, il sistema era quello, ma vi erano due problemi:

  1. Per una struttura di quel tipo è già tanto una SRL figuriamoci due;
  2. Ho una montagna di clienti che hanno immobili abitativi dentro le società e non sanno come tirarli fuori perché costa troppo. L’immobile abitativo non va messo dentro una SRL o dentro una società e il motivo è che è molto più conveniente affittare gli immobili a cedolare secca e poterli vendere dopo cinque anni senza pagare imposte. In una società, invece, la tassazione sarebbe piena e la plusvalenza alla vendita presente anche dopo i cinque anni.

Tutto questo a me non quadrava e lui allora mi ha chiesto cosa si potesse fare, se fosse quindi costretto a restare in quella situazione, tenendosi una tassazione piena e soprattutto contributi pieni. Con quel volume di fatturato e senza costi il rischio è di raggiungere il massimale dei contributi INPS, quindi cosa si può fare? 

Esiste una soluzione intermedia che consente di rimanere in un regime semplificato, risparmiando però in qualche modo sia in imposte che contributi. Questo sistema è la società in accomandita semplice, la SAS. Il mio cliente è sposato e ha una moglie che non lavora, non ha reddito, quindi si trovano in una situazione squilibrata fiscalmente: lui ha redditi molto alti, lei ha redditi zero. Bisogna trovare il modo di ripartire il reddito tra marito e moglie, e la SAS è lo strumento che consente di farlo. Con la SAS i redditi vengono ripartiti tra i soci e quindi, per una bella fetta di redditi (i quali sarebbero altrimenti imputati tutti a lui), non si paga il 43% ma si paga il 23% o il 27%, quindi si paga molto meno sul reddito attribuito al socio accomandante, cioè quello che non lavora. In più il socio accomandante non è iscritto all’INPS, quindi non paga contributi INPS. A seconda quindi della fetta di reddito che si attribuisce al socio accomandante, non si pagano contributi INPS e questo può essere un risparmio davvero importante. Credo, in questa consulenza di un’ora fatta su Skype, di avere trasferito molto valore, quindi per me è stata una consulenza molto gratificante. Spero (e qui parlo a lui direttamente) che mantenga la promessa di risentirci quando aprirà la SAS, perché seguire un imprenditore di questo tipo è davvero nelle mie corde come commercialista. 

Sintesi del video by
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