11 novembre 2020

Trasformare le detrazioni fiscali in denaro contante: una RIVOLUZIONE

La settimana scorsa, mentre ero in ufficio, una persona che non conoscevo e che diceva di avermi conosciuto online, mi ha telefonato per chiedermi se mi occupassi di cessione dei crediti tributari agli istituti bancari. Ho risposto che onestamente, essendo una procedura esistente da poco, non avevo ancora avuto l’occasione per occuparmene, ma che se avesse avuto bisogno l’avrei fatto volentieri. 

Ci siamo dunque accordati: questa persona mi avrebbe mandato un’e-mail contenente le informazioni sulla sua situazione e io avrei verificato che fosse possibile effettuare la pratica. La cosa mi interessava perché effettivamente era un tema che non avevo ancora approfondito. Dopo aver ricevuto la mail ho visto che l’interessato ha comprato casa e fatto, nel corso del 2020, la ristrutturazione di casa sua, una normale ristrutturazione di casa con detrazione fiscale al 50%. Spesa da lui sostenuta: circa € 80.000; detrazione fiscale in 10 anni a partire dal 2020: € 40.000, ovvero € 4000 all’anno. Lui voleva approfittare della possibilità di cedere questo credito di € 40.000 a un istituto bancario e di poter quindi incassare il tutto. Per prima cosa ho scaricato il software dell’Agenzia delle Entrate che consente di inviare questa pratica, così ho cominciato a rendermi conto di quello che serviva. 

 A quel punto gli ho scritto e, contentissimo, mi ha risposto che potevamo procedere, ma che aveva bisogno di aiuto perché non era in grado di effettuare la pratica sul sito della banca scelta. Ho risposto che mi sarei occupato anche di quello. Solitamente non mi occupo di queste cose, però effettivamente in questo caso mi interessava sapere cosa c’era dall’altra parte, cioè come funzionava questo portale della sua banca. Così, nei giorni scorsi, mi sono occupato di questa procedura. L’iter che ho seguito è stato il seguente: 

  1. Si va sul sito della banca, che ha aderito alla possibilità di acquisire i crediti tributari. Ogni banca, ovviamente, avrà la sua procedura.
  2. Si indica, lì dentro, qual è l’ammontare del credito suddiviso per gli anni, quindi la banca calcolala cifra spettante in base al credito. Evidentemente per loro è un business, quindi tratterranno un tasso di interesse. Devo dire, però, che su € 40.000 di credito d’imposta futuro potenziale da godere in 10 anni, la banca offriva circa € 36.000 oggi sul conto corrente, quindi il tasso di interesse non è sembrato male. Non dico quale banca per non fare pubblicità, ma se hai avuto esperienze ti invito a commentarle qui sotto, in modo da fare un po’ di brainstorming sull’argomento.
  3. Inviata la pratica alla banca sono passato alla procedura da fare con l’Agenzia delle Entrate. Nel modello è richiesto di indicare il tipo di ristrutturazione, gli importi della ristrutturazione, la detrazione complessiva e, naturalmente, oltre ai dati catastali dell’immobile, anche il codice fiscale del soggetto cessionario, cioè il codice fiscale della banca che acquisirà il credito. L’Agenzia delle Entrate comunicherà alla banca l’avvenuta richiesta del beneficiario delle detrazioni.A quel punto, quando la banca accetta quel credito (non so con quali tempi, qui chiederò al mio cliente di informarmi a riguardo), i soldi dovrebbero essere accreditati sul conto corrente del beneficiario di quelle detrazioni. 

La conseguenza qual è? Che invece di godere per 10 anni di € 4000 all’anno di detrazione, si potrà godere immediatamente, sul conto corrente, di un ristoro del 50% meno la commissione della banca (in questo caso € 4000 complessivi).

Questa procedura è possibile per tutte le detrazioni fiscali per le spese effettuate nell’anno 2020 e nell’anno 2021, ed effettivamente è una possibilità da prendere in seria considerazione. Tra l’altro, oltre alla possibilità di cedere il credito a terzi, tra cui anche istituti bancari, c’è anche la possibilità di chiedere invece lo sconto in fattura, cioè di chiedere all’azienda stessa che fa i lavori se è disponibile ad accettare questa procedura di ricevere direttamente lo sconto. Fossi in un’azienda che fa ristrutturazioni coglierei al volo l’opportunità, starei sul pezzo, anche perché potenzialmente questo credito acquisito può essere ulteriormente ceduto. Se invece l’azienda a cui ci si affida non accetta lo sconto in fattura si può ricorrere ad un istituto di credito, ma a quel punto i denari vanno anticipati per poi averli indietro dalla banca. 

Sarebbe buona cosa se questa procedura venisse ampliata anche alle ristrutturazioni fatte prima del 2020, per le quali magari si è già goduto di qualche annualità di detrazione. Perché sarebbe interessante? Perché consentirebbe a tutti i contribuenti che anche negli anni passati hanno effettuato ristrutturazioni di trasformare la detrazione fiscale futura in denaro contante. Credo che in questo particolare momento storico sarebbe benvenuto, quindi, qui, nel mio piccolo, faccio questa istanza al legislatore di poter fare qualcosa del genere in futuro. Aiuterebbe la liquidità delle persone in questo periodo e consentirebbe, inoltre, di risolvere problemi che spesso capitano in situazioni di contribuenti incapienti e che hanno detrazioni che non riescono interamente a sfruttare. 

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